Per molti anni ho usato tre cipressini per identificare la produzione di disegno e ricamo che eseguivo insieme a mia madre. Alla fine degli anni Settanta, appena ho potuto decidere personalmente dei miei progetti mi sono firmata ESP,

perché ESP è inizio di:

scritta

Nel giugno 2003, in occasione dell’esposizione Finestre sull’assurdo organizzata dalla Regione Toscana a Palazzo Panciatichi a Firenze, Giovanna Giusti aggiunge:

“Dello spazio ritagliato della finestra – l’occhio dell’artista – ESP (Elena Salvini Pierallini) si serve per

ESPandere concetti e confronti, ESPorre pensieri, cercare o proporre ESPerienze, ESPrimere il tempo, ESPugnare contraddizioni, ESPellere l’ignoranza, ESPirare il soffio della natura, ESPlorando il giardino del mito, ESPortare la sua indignazione, ESPiare la propria indipendenza segnata da scelte controcorrente, far ESPlodere le contraddizioni dell’assurdo.

Ricomponendo esperienze e concetti in “concreazioni” d’arte distinte, ESP si espone, espone il suo archivio, che accorda in filarmoniche sotto forma di libro d’artista. Un unicum concatenato di pagine da scorrere con un colpo d’occhio, senza un prologo o una fine, in sequenza omogenea di pensieri tradotti in forme d’arte, passate attraverso l’occhio fotografico di ESP, che scatta e mette a fuoco la sensibilità sua nel cogliere la bellezza, come il disagio o la sofferenza. E solletica il tatto, la vista, ogni senso. Un “Libro in piedi” tridimensionale, da aggirare, come una scultura, con l’aria che circola intorno, tra fili, appunti, ritagli, elezioni, colore, affettività. Un percorso seguito con la serietà e la passione del gioco (Ora voglio trovare… è solo questione di tempo, basta cercare con intenzione perché Elena trovi).

“Avevo 18 anni quando provai una profonda emozione nell’ammirare alcune pagine del Breviario Grimani della Biblioteca Marciana di Venezia. Erano le raffigurazioni delle attività dell’uomo descritte nel volgere dei dodici mesi: ogni mese in corrispondenza con un segno dello Zodiaco.

Personalmente ho sempre dubitato di reali influenze astrologiche ma mi interessò molto questo rapporto tra uomo, terra e cielo. All’Accademia di Belle Arti di Firenze si studiava particolarmente l’arte astratta e si stava riscoprendo lo stile Liberty.

Sia l’arte astratta, sia il Liberty rappresentavano schematizzazioni della natura.

Nel complesso i nostri interessi erano di profondo materialismo, non ci veniva proposto qualcosa che avesse a che fare con lo spazio che ci sovrasta e la metafisica.

Da quelle prime ricerche ho continuato fino ad oggi ad essere affascinata da questo genere di iconografia.

Le scoperte si sono susseguite, piano piano, viaggiando per l’Europa. Questi cicli astrologici sono stati eseguiti da vari artisti nei Libri d’Ore, nei portali delle chiese romaniche, nelle vetrate delle cattedrali gotiche, nei mosaici e negli affreschi, etc…

Il periodo in cui viene raffigurato intatto questo rapporto tra uomo e cielo va dal 1100 al 1500.

Già nel 1500 queste rappresentazioni perdono, secondo me, il loro incanto e si caricano di una serie di improbabili e complessi significati. (Porto ad esempio gli affreschi del salone del Palazzo Schifanoia a Ferrara o gli arazzi Trivulzio del Castello Sforzesco di Milano)”.

Ho su questi argomenti un vasto materiale che non mi risulta sia stato approfondito fino ad oggi. Potrebbe essere uno studio prezioso da presentare all’Unione Europea.

Scena Potatura della vite da i Dodici mesi di ESP ricamati su organdis, rielaborazione dalle statue in pietra della decorazione esterna del Battistero di Parma. Foto ESP.