Quando ricordo il mio diciottesimo anno mi meraviglio: ho fatto così tante cose e forse nel ricordo confondo un po’ di date. Purtroppo dovetti abbandonare l’idea di frequentare Architettura. Non avevo mai studiato matematica. Complice mia sorella che un po’ mi aiutava, ma non voleva perdere tempo, e il mio professore che mi ha promosso nonostante non sapessi quasi niente.
Decisi di ripiegare sull’Accademia dove ho frequentato scenografia, negli anni 1954-1957. Gli altri allievi venivano tutti dal Liceo Artistico o dall’Istituto d’Arte. Eravamo solo in otto in un ampio stanzone con una parete a vetrate.
Durante gli anni in Accademia frequentavo ogni giorno le varie Biblioteche di Firenze e gli Istituti come il British e il Grenoble, ero socia del Gabinetto Vieusseux.
Leggevo molto, andavo per mostre e musei. Ero un’assidua presenza dell’USIS, la biblioteca americana che occupava, in Via Tornabuoni, il palazzo che ora è dei Ferragamo.
Il piano terreno era pieno di libri che potevamo prendere direttamente dagli scaffali e portarne a casa sette. Io prendevo quelli di arte e alcuni li ho tenuti qualche anno. Fu allora che scoprii Edward Hopper.
Ripensando a come si sono svolte le cose, gli avvenimenti terribili della guerra mi hanno coinvolto poco, durante il passaggio della guerra ero troppo piccola e più avanti ho apprezzato lo spazio che mi veniva offerto, eravamo in pochi a muoversi, l’affollamento si è verificato più tardi.
Ho frequentato molto la Biblioteca Nazionale, specialmente una lunga sala con tavoli bassi con sopra giornali e riviste non solo italiani: tanto da curiosare e moltissima tranquillità.