

I suggerimenti per alterare ciò che mi pare modificabile nascono da soli.
Io eseguo.
Purtroppo le modifiche non includono il mondo: mi sento immersa in una sconfinata vastità. Le sue creature sono così lontane da ogni mio tentativo di trasformazione, anzi devo fare molta attenzione a non farmi travolgere da notizie e da immagini.
L’universo si affaccia e spinge. Intravedo persone, animali, cose, ideologie, false credenze, vittime e prepotenza. Molte notizie creano sofferenza e rimane solo qualche sentiero solitario da percorrere, piegandosi verso le belle cose che ancora sono lì e ci fanno respirare.
Certe notti, dopo aver tenuto a lungo gli occhi aperti nel buio penso alla luna, all’ampiezza di ciò che ci circonda.
Durante il giorno mi sento un po’ vittima di necessità, di rumori, e inevitabili coinvolgimenti. Nella maggior parte dei casi faccio tentativi per salvarmi da quanto vorrebbe obbligarmi e trasformarmi, anche solo suggerendo fughe, suscitando desideri materiali che non ho e che, so già, mi deluderebbero. Mi pare che se non teniamo sveglia la nostra attenzione, il mondo trasforma noi.
Da sempre le mie ricerche mi hanno aiutato a ridurre le pressioni esterne.
Fin da piccolissima mi sono allontanata da casa cercando la quiete.
Anche ora brevi o lunghe passeggiate offrono sorprese pacificanti. La varietà infinita che ci viene proposta con semplicità dalla Natura allarga le nostre percezioni, attiva curiosità e godimento.
Il mondo che io cerco e approvo va attentamente scrutato, compreso, ammirato. Una piccola parte di mondo che da anni mi affanno e mi affaccio a guardare si sviluppa dal mio quotidiano in realtà che spesso mi procurano emozioni: specialmente la luce mostra qualcosa che appare e scompare. Affettuosamente ho ammucchiato foglie e piccole pietre, legni e plastiche, fogli e cartoni che si animano con un raggio solare o lunare.


