Dal mio Le cahier d’écriture pagina 11: “Leggendo del vuoto “promettente” di cui parla Giulio Paolini a proposito del giardino mi rendo conto che pur avendo avuto sempre grande ammirazione per i giardini di qualsiasi epoca e forma ho sempre avvertito di questi spazi il limite, i confini. Andare per pagine e sentieri (una speranza di libro edito da Morgana edizioni) indica un territorio libero estremamente ampio.
Libertà di vagare nei pensieri degli altri, nelle loro esperienze letterarie e creative e pure di varcare gli orizzonti prefissati di un giardino.
I soli giardini che veramente amo e frequento sono i giardini creati dall’intelletto, dall’immaginazione e dai desideri”.
ESP, febbraio 1998
“Ogni tanto trovo, durante le molte passeggiate, un uovo, è un uovo non di animale ma il vento e il mare gli ha dato quella forma, mi suscita un profondo stupore”.
ESP, maggio 1997
“Bello dormire sui letti di pietra… profumo dei fiori di pietra. Pietra come nonna, madre, figlia.
Femminilità della pietra”.
ESP
“Tempo della vita
E tempo che procede e oltrepassa
la vita”
ESP
“Si ritrae la realtà fotografando, fotocopiando etc.
Cercare poi di rappresentare Quello che si pensa e non si vede
Trovare al pensiero una forma adeguata (secondo i nostri mezzi). L’Informale, secondo me, non rappresenta bene che il nulla.
È un gioco che riguarda solo chi lo fa.
Gli altri si adeguano per timidezza o perché così dettano critici e mercato.
Escono da questo giudizio, Burri e Fontana. C’è un altro momento di arte degli anni Settanta che mi ha creato una grande emozione, la mostra “Vitalità del negativo” che ho visitato a Roma nel Palazzo delle Esposizioni.
Ricordo anche “Umanesimo e disumanesimo” con installazioni in diversi luoghi di Firenze, ideata e organizzata da Lara-Vinca Masini, nel settembre 1980.
“Tra l’attesa di nascere e l’attesa di morire. La (MIA nostra) vita va di attesa in attesa.
In questo preciso momento, per esempio, sto aspettando di partire.
Sto aspettando che arrivi l’ora per un breve pranzo e poi prendere il treno per Venezia.
C’è l’attesa di rivedere, sul treno, la mia amica Emanuela, che vive a Roma. Abbiamo frequentato l’Accademia di Belle Arti di Firenze negli stessi anni, 1953-1957.
C’è l’attesa di arrivare a Venezia e vedere la casa dove andremo a dormire, da Romola, una vecchia comune amica.
C’è l’attesa di questa inaugurazione a Palazzo Grassi, che è poi la ragione della partenza.
Di minuto in minuto io trovo continui momenti d’attesa.
Attendo telefonate, risposte, proposte.
Attendo che le mie figlie passino attraverso le tappe della loro vita, attendo le comunicazioni degli amici che riguardano loro e qualcosa da organizzare insieme.
Attendo di capire meglio. Attendo di conoscere altro.
Attendo di rivedere o vedere cose.
Attendo il momento di godermi una passeggiata lungo la riva del mare o tra i boschi.
Attendo di leggere o rileggere un bel libro”.
ESP, 27 febbraio 1998
“Magie e bellezza della terra arata. Zolle di tante sfumature. Linee pure”.
ESP
“Tenere molto alto il livello di attenzione
.
Attenta a ciò che faccio e ai miei desideri (rispetto al mio lavo- ro), attenta a ciò che dicono e fanno gli altri, ai loro perché.
Una verifica continua: cercare di capire
”.
ESP, 1999
“Non è il possedere che può soddisfare l’esistenza è il fare qualcosa che fai volentieri.
Meglio, è importante avere un percorso creativo
che ti permette di immaginare e poi realizzare un’idea, un progetto, di sviluppare un pensiero”
ESP, 2002
“Un artista visivo ha per ciò che lo circonda una profonda ATTENZIONE e può indicare ad altri qualcosa che c’è ma che non sempre si nota.
Può, con i suoi interventi, suscitare pensieri, confronti.
Se vuole può anche migliorare il modo in cui si affronta la realtà. Qualche volta fare arte aiuta a scaricare le angosce.
Io non scarico sofferenze, magari posso assecondare una certa malinconia.
Per me fare arte è distrazione, esercito l’immaginazione, mi allontano da ciò che mi disturba e trovo la bellezza”.
ESP
“Guardare fuori
da qualsiasi
finestra infonde speranza”.
ESP
“La bellezza va cercata e apprezzata: e ne trovo sempre intorno a me”.
ESP
“… trovo la bellezza nelle piccole cose.
Nella luce che entra, i vegetali in cucina, nelle pagine dei libri, nei rifiuti che accumulo e che penso un giorno userò per fare qualcosa di molto bello”.
ESP
“1) SILENZI (in SOLSTIZI ed EQUINOZI)
per blocco notes 1997-1999 progetto di Rendel Simonti. C’è un forte contrasto tra l’avvicendarsi delle stagioni e l’accumulo delle nostre nozioni. La nostra conoscenza è lineare e cumulativa, ha un inizio e una fine.
Mistero e bellezza del tempo ciclico.
A noi è permesso di partecipare, ammirare e godere del tempo ciclico solo nel volgere delle stagioni.
Più ci si accosta alla natura più possiamo apprezzarlo”.
ESP
Soggiorno inglese (anni 1955-1960)
“In pochi mesi sono stata accolta in vari ambienti artistici e non; la vita mi proponeva ampiamente ciò che avevo sperato.
Qualcosa nella mia mente, forse qualche condizionamento al femminile mi ha poi posto di fronte ad una scelta. La mia decisione ha fatto sì che la mia vita ritornasse in una normalità che non amavo.
Tornata a Firenze a sposarmi ho fatto ATTENZIONE a trovare un equilibrio tra la cura della casa, del marito, delle figlie e poi dei nonni fino a tarda età, senza tradire definitivamente quel desiderio di identità, di lasciare un messaggio, di creare un percorso che mi rappresentasse.
Il messaggio consiste nel lasciare una traccia di un’esistenza femminile; con le necessità, i desideri, il sapere e le scelte.
Cercando di non perdere l’energia per fare qualcosa al di fuori di quello che si deve fare: cercando di avere uno spazio per la propria libertà.
Fin dall’inizio ho cercato che gli spazi mi lasciassero qualche opportunità di agire. Questo spazio mio lo dovevo mantenere e affrontare con severa coerenza e rigore”.
ESP