Londra
Londra, 1959-1960. Paddington, gattina ospite in casa di Andra. Foto ESP.

Quando visitai l’Inghilterra notai una grande differenza tra Londra e i dintorni. Vaste campagne erano abitate da pochi inglesi legati a una mentalità molto tradizionale. Londra invece si rivelava già piena di proposte. Una delle nuove attrazioni era il Festival Hall sul Tamigi e quasi ogni sera eravamo lì. Ci andavo con amici inglesi, abitavo nella casa di Andra Nelki. Dopo un’esperienza in convento era il mio nuovo alloggio. Avevo lasciato in gran fretta il convento perché ogni mattina una bella suora indiana diminuiva la dose della mia colazione, dato che alla sua domanda: “Sei andata alla messa?” rispondevo: “No”.

Frequentavo poco o niente i palazzi storici, le residenze reali, i vecchi monumenti pieni di alterigia, ma certi musei quali il British Museum e il Victoria & Albert Museum mi aprirono orizzonti nuovi. Mi piace ricordare che in questo ultimo museo avevo trovato un grande interesse nelle bacheche di una stanza dove si insegnava come eseguire incisioni. Ero lì da molto quando un custode, avvicinandosi, mi fece una sorpresa. Nella stessa stanza aprì una pesante tenda di velluto, poi la porta nascosta e mi fece entrare nel Royal College of Art. Il mio stupore aumentò quando mi presentò un professore e mi affidò a lui. Fu l’inizio di una grande avventura. Mi fu proposto di usare tutto il materiale per incidere e divenni la compagna quotidiana di questo gentile e appassionato maestro irlandese, Dick Fozard.

Quasi tutto quello che quotidianamente mi accadeva mi apriva finestre sull’ignoto.

Mangiavo poco ma ingrassavo.

Ho avuto la fortuna di crescere in una famiglia serena e onesta, con un grande rispetto umano e viaggiando verso nord, in Inghilterra, questa base mi ha aiutato molto e ho trovato tanti amici. Non li avrei conquistati se avessi dimostrato una certa leggerezza nel saltare il mio posto nelle file di attesa, cercando di fare la furba e in altre occasioni cercando di ingannare gli altri a mio vantaggio.

Ebbi la possibilità di constatare che la correttezza e il sapersi adeguare a una diversa mentalità, ad altre tradizioni, a una alimentazione che niente aveva a che fare con la nostra era un arricchimento.

A Londra si sentiva una disponibilità al nuovo che facilitava il respiro. Conobbi numerose persone, diversissime tra loro, ma cariche di esperienze.

Specialmente nell’appartamento di Norfolk Crescent vicino ad Hyde Park Corner, dove abitavo con Andra Nelki, le giornate scorrevano piene di sorprese e persone nuove.

Andra aveva frequentato una scuola sperimentale, la Bedales School e riceveva continuamente visite dai suoi amici.

Ero stata, negli anni, ospite in estate a Eastbourne nel Mare del Sud presso una famiglia in cui il marito era stato un militare che durante la fine della guerra aveva sposato una bionda austriaca, avevano una bambina. Non mi azzardo a raccontare un’avventura che fu definita da loro un’“opera italiana” che ebbi durante un viaggio con loro nel Galles (con roulotte, figlia, cane lupo e madre di lei e altra ospite pagante). L’anno dopo fui ospite di Eileen e Freddy Montblat. In Hampstead un quartiere elegante, leggermente collinare. Lei era una rossa irlandese che insegnava francese in un college, lui un oriundo tedesco alto, bianco di pelle, scuro di capelli. Viaggiavano nudi in casa, lui preparava il pranzo, lei leggeva il giornale. Avevano un enorme alano che costituiva uno spettacolo quando si vedeva passare seduto sul sedile posteriore della loro macchina MG aperta. In casa, per vincere il mio imbarazzo, dovetti proporre di usare un campanello per avvisarli quando uscivo di camera.

Descrivere le sorprese, le aperture, le soddisfazioni e le scoperte potrebbe riempire un libro. Venni via da Londra dopo mesi e mesi e tornare a Firenze mi dette, prima dei trent’anni, una sensazione di soffocamento. Troppe antiche bellezze, troppe limitazioni nel pensare, nell’agire e pure nel vestire condizionavano la mentalità, la libertà, la speranza.

Cercando quali foto proporre mi sono accorta che per mesi a Londra ho usato poco la macchina fotografica.

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Londra, Trafalgar Square, 1959-1960. Prime manifestazioni dopo la Guerra. Foto ESP.
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