

Credo di essere stata una bambina difficile da contentare, più che ribelle, irrequieta.
Ero sempre un po’ scontenta perché avevo spesso qualche nuova proposta o richiesta. Una delle cose più importanti era uscire di casa.
Per me essere libera di decidere cosa vedere e dove andare è stata la scuola di vita più giusta. La ricerca della libertà interiore, della libertà di movimento, di giudizio sono state fondamentali.
Ho seguito anche nell’arte le mie emozioni, ciò che vedevo, indipendentemente da cosa mi poteva essere suggerito nei libri o dalle parole di qualche professore. A sorpresa qualcosa poteva creare in me interesse, coinvolgermi, aprire mondi inesplorati. Cercavo di approfondire; se l’interesse si esauriva passavo ad altro. La curiosità, una grande energia mi spingeva alla scoperta del nuovo.
C’è qualcosa dentro di noi che va ascoltato. Vale la pena di vivere se avvicinandosi a cose o persone possiamo dare ascolto liberamente alle nostre reazioni.
I suggerimenti raramente rappresentano un sentiero da seguire. La scoperta deve essere personale, il coinvolgimento deve avere radici profonde e il nostro giudizio deve poter cambiare direzione, assestarsi secondo quello che si impara e si vede via via.